1 First encounter

-English version-

Everything seemed unreal to Takeshi. The world around him was gray and claustrophobic. There were very few trees and those that he interpreted as houses was unnecessarily huge. Some of them also seemed to touch the sky. With a worried look he shifted his hand to his waist and only after having touched his trusty sword let out a sigh of relief. 'As long as you're there. I can keep going on', he thought. After rising from the ground, dressed in a typical Japanese hakama, Takeshi noticed that some of the houses around him were in ruins. Silent as he was frightened by all the diversity that surrounded him, he decided to continue on the wide black and flat road on which he had awakened, unwittingly his attention fell on the white lines that cut the road.

"Incredible. These roads would allow the charriots not only to travel without the risk of damaging their wheels, but also to travel in multiple rows and in both directions. Who knows from what strange materials they are composed. They would seem stones mixed to something else."

Minutes passed and an obvious thought pervaded Takeshi. Where on earth are the inhabitants of this city? And above all, how big is it? No matter how hard he tried, he couldn't see the end. But just when he was about to start thinking that he was dreaming, he came to a suspected plot of green land full of trees that broke the monotony of the gray and tall 'houses'. For a moment he was homesick. He took a deep breath and started looking around. Now accustomed to the desolation of the area he had lowered his guard but just when he least expected it he noticed not too far a man who was staring at him.

"Hello."

He said politely with his right hand resting on the hilt of the sword. The man dressed in what Takeshi could not recognize as linothorax looked serious at the sight of the Japanese. In a threatening way he said.

"Don't take another step or it will be interpreted as a declaration of war against the great and powerful Rome. What army are you part of ?!"

Takeshi observed the Roman soldier who was about twenty yards away from him and after careful observation of the surrounding area he decided to go ahead ignoring the intimidation. After all, who was that man to tell him what to do.

"I warned you!"

The Roman drew a short sword and raising it to face height began to run forward in direction of Takeshi.

"For Rome! For the emperor !!!"

Takeshi was calm and did not let himself be destabilized by the man's intimidating cries. And when the roman soldier was close enough he pulled out quickly katana. A quick, powerful and precise blow cut off the hand that held the sword of the Roman soldier. Due to the speed of execution, Takeshi had to shift the balance of his body to the right and in doing so he used his right foot as support. Meanwhile the soldier who despite everything continued to charge tripped on Takeshi's left leg.

"How dare you respond to a greeting by drawing your blade. Are you maybe a farmer?"

He said cold as ice to the soldier in pain trying to get up and kneeling. Much blood spurting from his right arm.

"How ... How dare you! Dam-"

Takeshi quietly beheaded the Roman who in the meantime turned to him. Respectfully he looked at the corpse and after a few seconds said.

"What strange eyes ... remind me of those of the Nambams."

-Italian version-

Tutto appariva irreale a Takeshi. Il mondo attorno a lui era grigio e claustrofobico. Vi erano pochissimi alberi e quelle che lui interpretò come case erano inutilmente enormi. Alcune di esse sembravano toccare persino il cielo. Con fare preoccupato spostò la mano alla sua vita e solo dopo aver toccato la sua fidata spada emise un sospiro di sollievo. 'Finché ci sei tu. Posso continuare ad andare avanti' pensò. Dopo essersi alzato da terra, vestito con un tipico hakama giapponese, si rese conto che alcune delle case che si trovavano attorno a lui erano in rovina. Silenzioso, quanto intimorito da tutta la diversità che lo circondava, decise di proseguire sulla ampia strada nera e piatta sulla quale si era risvegliato, senza volerlo la sua attenzione cadde sulle linee bianche che tagliavano quest'ultima.

"Incredibile. Queste strade permetterebbero ai carri non solo di viaggiare senza il rischio di danneggiare le ruote, ma anche di viaggiare su più file e in entrambe le direzioni. Chissà da quali strani materiali sono composte. Sembrerebbero pietre miste a qualche altra cosa."

Passavano i minuti e un pensiero ovvio pervase Takeshi. Dove diamine sono gli abitanti di questa città? E soprattutto quanto diamine è grande? Per quanto si sforzasse non riusciva a vederne la fine. Ma proprio quando stava per iniziare a pensare che stesse sognando arrivò ad un sospetto appezzamento di terra verde pieno di alberi che spezzava la monotonia delle 'case' grigie e alte. Per un momento ebbe nostalgia di casa. Prese un respiro profondo e iniziò a guardarsi attorno. Ormai abituato alla desolazione dell'area aveva abbassato la guardia ma proprio quando meno se l'aspettava notò un uomo che lo fissava non troppo lontano da lui. Con fare calmo attese. Ma nulla di ciò che aveva previsto accadde.

"Salve."

Disse in maniera educata con la mano destra poggiata sull'elsa della spada. L'uomo vestito con quello che Takeshi non poteva riconoscere come linothorax appariva serio alla vista del giapponese. Con fare minaccioso disse.

"Non muovere un ulteriore passo o verrà interpretato come una dichiarazione di guerra contro la grande e potente Roma. Di che esercito fai parte?!"

Takeshi osservò il soldato romano che si trovava a circa una ventina di metri distante da lui e dopo un'attenta analisi dell'area circostante decise di avanzare ignorando le intimidazioni. Dopotutto chi era quell'uomo per dirgli cosa fare.

"Ti avevo avvertito!"

Il romano sguainò uno spadino corto e alzandolo all'altezza del volto iniziò a caricare.

"Per Roma! Per l'imperatore!!!"

Takeshi, calmo, non si fece destabilizzare dalle urla intimidatorie dell'uomo. E quando quest'ultimo si trovava abbastanza vicino sguainò la sua lunga katana. Un colpo veloce, potente e preciso mozzò la mano che impugnava il gladio del soldato romano. A causa della velocità d' esecuzione, Takeshi dovette spostare il baricentro del suo corpo verso destra e nel farlo usò il suo piede destro come appoggio. Nel frattempo il soldato che nonostante tutto continuò a caricare inciampò sulla gamba sinistra di Takeshi.

"Come hai osato rispondere a un saluto sguainando la tua lama. Sei forse un contadino?"

Disse freddo come il ghiaccio al soldato che dolorante cercava di rialzarsi mettendosi in ginocchio Molto sangue zampillava dal suo braccio destro.

"Com…Come osi! Maledett-"

Con fare tranquillo Takeshi decapitò il romano che nel frattempo si era girato verso di lui. Rispettosamente osservò il cadavere e dopo qualche secondo disse.

"Che strani occhi… mi ricordano quelli dei Nambam."