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Just Tell Me If You Want Me

An Italian novel / fanfiction written by me about a gay love story. The characters are two youtubers from Trento, a city in the North of Italy, their channel is called ' iNoobchannel'. You don't need to know them to understand what happens in the story. They can be just two random boys. There are no names. You can choose the ship you want.

Un racconto italiano / fanfiction, scritto da me che narra di una storia d'amore gay. I personaggi sono due youtubers di Trento, una città nel Nord dell'Italia, il loro canale di chiama 'iNoobchannel'. Non c'è bisogno di conoscerli per poter capire la storia, possono essere due ragazzi random. Non ci sono nomi (non sono specificati). Potete scegliere voi la ship che volete.

Capitolo Uno

(Language: Italian) (About 1400 words).

Vivere in una società come la mia è complicato, non tutti riescono a reggerne la pressione. Il fatto è che tutto si basa sull'apparire, sul conformarsi agli altri per non sembrare diversi e vulnerabili. Perché in una società consumistica come la nostra dove il denaro e la marca dei tuoi Jeans valgono più di qualsiasi virtù umana e morale possibile, il diverso è considerato strano; sono pochi quelli che riescono a vincere e trasformare la loro diversità in unicità e vivere tranquilli, magari anche con qualche miliardo in banca. Gli altri, i comuni mortali, come li chiamo io, generalmente vittime di ogni tipo di angheria possibile, non possono fare altro se non sperare di non essere consumati da altri o dal loro stesso rimorso, e sopravvivere.

In realtà sembra che io stia descrivendo più un comune ambiente scolastico di sedicenni depressi e diciottenni arrapati, piuttosto che la vita alla quale io, uomo di ventisette anni, cresciuto a pane e Nutella, videogiochi e figa, dovrei appartenere. Ma la realtà è questa, forse se la trasportassi da una condizione meno drammatica e fanciullesca, da romanzi rosa a una più menefreghista e crudele sarebbe più facile da comprendere da chi ha superato l'età della prima mestruazione o la prima sega su Porn Hub. Non cambia poi molto però, in realtà siamo solo dei ragazzini a cui è stata messa una giacca nera e una cravatta rossa che credono di essere maturi e responsabili, ma che restano fondamentalmente con la mentalità di un ragazzo preadolescente che crede di essere il centro dell'universo di tutti, dei bambini che affrontano il mondo, insomma.

(Parlando della mia fascia d'età, ovviamente. A dirla tutta per chi è più in là con gli anni non cambia: solo qualche problema finanziario in più, un matrimonio fallito alle spalle e il colesterolo a 300).

Non che io stia veramente criticando tutto questo, non ne ho le competenze, e nemmeno la voglia per farlo. Sinceramente. Forse per saperne qualcosa di più, dovreste chiedere a chi ha studiato per più di due anni alla facoltà di scienze della comunicazione, tutte quelle menate li non fanno per me. Anche se non so nemmeno se questo c'entri realmente qualcosa con l'analisi del mondo malato in cui viviamo. Ma d'altronde non è il mondo il problema ma quelli che ci vivono, no?

Cazzate.

La parità dei sessi, l'eliminazione del razzismo e dell'omofobia, l'uguaglianza... Sono delle bellissime idee ma sono solo questo, nessuno ha il coraggio o la voglia di metterle in pratica, perché in realtà agli altri, così come a me, non importa, va bene così. È troppo difficile cambiare, uno spreco di tempo, si può sensibilizzare sull'argomento ma alla fine, finita l'ora di educazione sessuale in terza media, tutti torneranno alle propria vita e alle proprie idee, perché la realtà è che fino a quando non si potrà imporre il proprio pensiero agli altri, niente cambierà. Ma non succederà mai, bisogna comunque mantenere e mostrare la finta faccia da società emancipata quale siamo, in cui tutti hanno la libertà di pensiero e di espressione; e poco importa se non è così o se questa viene usata solo come scusa per ferire gli altri senza ricevere danni. In fondo tutti vogliamo solo proteggere noi stessi.

"A cosa stai pensando?" Eccoci di nuovo, ultimamente mi capita sempre più spesso di imbambolarmi e fissare il vuoto pensando ai grandi drammi della vita.

"A quanto faccia schifo la nostra società." Come al solito, sono io l'ipocrita, che senso ha pensarci così tanto se poi non ho voglia di farci niente?

"Tu?"

"Io." "Perché la cosa ti sorprende tanto?" Ecco, appunto.

"Perché tu sei quello che più di tutti potrebbe capirla e criticarla ma che alla fine non fa altro se non accettarla, e assecondarla." Hai ragione.

"Tu non sei diverso."

"No, è vero, non lo sono. La pensiamo allo stesso modo." Mi guardi.

"Come fai a sapere come la penso io?"

"Ti conosco da una vita e poi non è forse così?"

"Forse non lo è, non puoi saperlo."

"Forse, allora perché non accendi la videocamera e fai partire una live dove ci fai vedere così." Mi giro sul fianco e mi avvicino, porto le mie gambe ad intrecciarsi alle tue e il volto nell'incavo del tuo collo, sfrego forte il viso sulla tua pelle in cerca di calore e inspiro a pieni polmoni il tuo odore.

Sento un tuo braccio circondarmi il busto e posarsi sulla mia schiena,

l'altro tra i miei capelli massaggiandoli. Sei sorretto da un cuscino.

"Perché la società fa davvero schifo, loro non capirebbero." Sussurro sulla tua pelle.

"Già, ed è per questo che io sono fidanzato con una ragazza da quattro anni e tu te ne scopi una ogni sera."

"In realtà ne ho trovata una fissa." È vero.

"Sono curioso di vedere quanto durerà." Mi dici abbassandoti e girandoti verso di me per poi sovrastarmi col tuo corpo, non che sia molto diverso dal mio.

"Cercherò di non stancarmi subito."

"Mmhh" Mormori mentre scendi a baciarmi il collo. Lo espongo per darti più spazio. Me lo modi e lecchi fino a quando soddisfatto osservi la macchia violacea che probabilmente mi hai lasciato.

"Fino a quando esisterai comunque non durerà mai molto." Hai la capacità di mandarmi il cervello completamente a puttane, è da anni che non riesco a resisterti, non credo riuscirò magicamente a farlo da qui a un mese.

"Vorrà dire che dovrai uccidermi." Mi baci le labbra dolcemente, con gli occhi chiusi. Io ti vedo, io sopravvivo.

"Sto solo aspettando il momento giusto." Catturo le tue labbra per baciarti per bene, sento la consistenza della tua lingua che si scontra con la mia, esploro questo piccolo angolo di paradiso che conosco ormai da tempi immemori e gusto ancora una volta volta il nostro sapore. Caldo. Sento l'aria nei polmoni mancare, faccio per staccarmi e tu mi segui, all'ultimo però mi mordi forte il labbro facendo uscire un rivolo di sangue che poi lecchi per lenire il dolore. Gemo. Tu ti stacchi definitivamente e mi sorridi malizioso. Ho gli occhi socchiusi e lucidi dal piacere. Ti guardo e sopravvivo.

"A volte credo veramente tu sia un vampiro."

"Magari lo sono e te lo sto tenendo nascosto, il pallore è lo stesso." Ridacchio, effettivamente la nostra pelle è talmente bianca che potrebbe riflettere la luce del sole, la tua persino più della mia.

"Mi piacerebbe lo sai? Si dice siano molto passionali." Passo una mano sui pettorali dell'uomo davanti a me. Ridi.

"Cos'è, sei una ragazzina di quattordici anni che sogna una storia piena d'amore, passione e anche un po' di pericolo?" Ghigni schernendomi.

"Ehi, la passione e il pericolo sono okay, perché non mi fai sognare, Demon Salvatore dei poveri." Scherzo. Vedo i tuoi occhi spegnersi e diventare più seri. E non mi sorprendo quando mi poni questa domanda: "E l'amore?"

"Me lo stai chiedendo riferendoti a noi due o in generale?" Spero non si noti ma sto sudando.

"Tu che dici?" Mi rispondi freddo.

Perché deve essere sempre così complicato, lo sai che non mi posso permettere di innamorarmi. Significherebbe iniziare qualcosa di serio, qualcosa che sarebbe l'esporsi e affrontare la realtà, questa società, perché per quanto io cerchi di convincervi di essere etero, non lo sono. L'ho scoperto da un po'.

"Noi, lo sai, siamo qualcosa di incredibile. Ne abbiamo già parlato se potessi ti amerei, ma non posso amarti, tu non puoi amarmi,

proprio perché la pensiamo allo stesso modo." Chiudi gli occhi, ti conosco, sei turbato, ti ho turbato, spero solo che tu sappia che nel profondo io ti amo, solo che non posso dirtelo, non posso illuderti, illudermi, perché non stavo scherzando tu sei

il mio Demon Salvatore, lo sei fin da quando eravamo piccoli e ancora ci nascondevamo negli sgabuzzini all'intervallo o quando a mezzanotte fuggivo di casa per venire nella tua e mi lasciavi sempre la finestra aperta, anche d'inverno rischiando di prenderti l'influenza. Quando da piccolo litigavo coi miei e mi nascondevo da te, quando la notte mi ascoltavi parlare dei miei problemi e di quanto i miei compagni di classe fossero stronzi, quando mi medicavi i tagli e mi stringevi a te per farmi dormire senza incubi, quando mi difendevi e facevi a botte e sopportavi di venire chiamato frocio, per me. Quando una volta grandi, hai deciso di dover condividere tutta la tua vita con me, anche il lavoro, i soldi, che al giorno d'oggi sono così importanti. Quando non hai cercato di salvare te stesso, ma me dalla merda dell'internet. Quando litigavamo, e il giorno dopo finivamo comunque per fare sesso insieme per perdonarci, donarci, di nuovo. Lo sei, lo faccio, ti amo da allora. Non so se tu lo faccia ma io sì. Ma è complicato e in realtà, non lo ammetterò mai, ma ho paura, una paura fottuta.

Ma la pensiamo allo stesso modo... Sì.