9 Separazione

{ Author's - Oggi in ritardo. Lavoro come infermiere perciò non sono regolare con gli orari. Posso scrivere solo quando ho il tempo per farlo. Oggi capitolo molto leggero. Mi annoia scrivere di questi capitoli, ma si devono pur fare per fare capire che tipo di personalità abbia il nostro caro MC. }

---xXx---

Manama, Bahrein, verso le 19 di sera.

Dopo aver concluso la situazione con la bambina, la lascio alle cure dello SHIELD e mi dirigo verso la mia stanza d'albergo dove c'è Claire, che mi aspetta.

Arrivo velocemente e busso. Aspetto che apre prima di acchiapparla in un abbraccio e la baciò con passione.

---xXx---

Albergo di Ken e Claire. Stanza proprio sotto quella loro.

Thump. Thump. Thump.

Un uomo non proprio in forma, con un po' di pancia che eccedeva si trova in piedi con una scopa in mano e continua a sbatterla sul tetto della sua camera d'albergo.

"AVETE ROTTO I COGLIONI! SONO DUE ORE CHE CONTINUATE COSÌ!"

La signora che è seduta su una poltrona vicino la finestra alza gli occhi al cielo per il continuo sbraitare del marito.

"Anziché lamentarti, forse dovresti prendere esempio… siamo in vacanza e ancora devi toccarmi anche solo una volta."

"E come dovrei prendere esempio da questi animal-"

"AHHH SÌ CAZZO STO VENENDO ANCORA KEN!!!"

L'uomo viene interrotto dalle urla femminili che venivano da sopra. Mentre la donna si porta le mani sul viso e arrossisce visivamente.

----xXx--- (POV Ken)

È già l'alba del giorno dopo. Io mi ritrovo sul letto con Claire che chiacchieriamo mentre siamo distesi sul letto. Io sono coricato normalmente, mentre lei sta usando il mio ventre come cuscino. Siamo in una posizione a T, se così la posso chiamare.

"Quindi… esiste un'organizzazione di spionaggio internazionale e ora è interessata alla tua arte marziale e per questo dovrai collaborare spesso con loro?"

"Esattamente. Guarda, so che può sembrare assurdo, ma la mia arte marziale è molto… letale."

"Ah certo… letale… aspetta." Si mette subito a sedere e si gira verso di me. "Hai detto letale… significa che hai ucciso delle persone?"

Questo momento doveva arrivare prima o poi.

Tanto vale farlo arrivare quando la nostra è solo agli inizi. Sospirando, mi alzo dal letto, prendo una birra dal minibar e l'apro. Lei è rimasta a guardare tutto ciò che ho fatto.

"Sì."

Ecco. L'ho detto. Diretto e secco, come se togliessi un cerotto.

Lei mi guarda inorridita. Ecco pure quello sguardo… giudicante. Mi infastidisce. Fa l'infermiera, come fa a non capire che le vite sono fragili. Da medico mi impegno sempre al 120% per salvare tutti i miei pazienti. Ma ecco il punto. Salvo solo quelli che considero pazienti o eventuali pazienti. Chi cerca di fare del male a me o chiunque mi sia vicino, non è certo un mio paziente.

"Chi?"

"Solo le minacce, per me o chiunque io consideri importante. Fino a qualche ora fa ho ucciso un uomo che ha preso in ostaggio una bambina. Credevo che fosse per entrare in una situazione di stallo con quell'agenzia di cui parlavo. Così l'ho ucciso e ho attirato la loro attenzione."

"Perché me lo stai dicendo?"

"Asp… aspetta… cosa?" Mi giro verso di lei. Non riesco a capire che domanda fosse questa. C'è una trappola? Non ne trovo. Tuttavia… che razza di domanda è?

"Perché stai facendo questa domanda? Onestamente mi aspettavo qualche frase sul genere di 'come potresti fare una cosa simile, non provi vergogna'… Questo è tutt'altro che quello…"

"Non farti strane idee. Io ho ancora in testa il fatto che tutto questo potrebbe essere solo uno scherzo. Onestamente lo spero davvero. Ma sta facendo davvero schifo come scherzo. Quindi o non fai ridere, cosa che non è vero, oppure sei serio e questo mi sta facendo paura da morire. Quindi devo sapere… Perché mi stai mettendo questa paura? Perché vuoi che io passi dal vederti dall'uomo perfetto che eri ad un assassino?"

Sbatto le palpebre per la sorpresa. In effetti, perché le ho detto questo? Potevo benissimo non farlo. Quanti eroi hanno la loro identità segreta? Io non sarò nemmeno un eroe, quindi a chi importa.

Tuttavia… non sono perché… ma ho questa sensazione che mentirle non mi piace.

"Non lo so… mentirti non mi piace e ho deciso di essere sincero per sempre con te. Non so perché ma ti voglio sempre più bene e non riesco a mentirti. Mi sembra sbagliato e tutto. Io ho bisogno di essere sincero con te Claire."

"Io… non so che dire…"

Dopo qualche minuto di silenzio.

"Vuoi che torniamo a New York? Forse…"

"Sì… ho bisogno di tempo e di spazio Ken… mi dispiace, ma anche se capisco quello che provi in base a come stai parlando… non posso accettarlo. Non ora e non so quando."

Mi arrabbio. Ma non si vede all'esterno. Perché diavolo avrei dovuto aprire bocca?

---xXx---

Sono passati un paio di giorni da quando siamo tornati a New York.

Sono seduti nel mio ufficio quando vedo la porta aprirsi e chi entra è abbastanza ovvio dopo il Bahrein. Philip Coulson entra e si toglie gli occhiali da sole. Fuori la porta vedo pure l'agente May. Le faccio un cenno di saluto e lei si limita ad annuire. Che tipa seria.

"Mi dispiace per la separazione, dottor Law."

"Come mai non mi sorprende che lei lo sappia?"

"Noi sappiamo molte cose."

"Cosa posso fare per voi, agente Coulson?"

"Voglio portare alla vostra attenzione un vecchio progetto a cui il mio capo tiene particolarmente."

Detto questo lascia un fascicolo sulla mia scrivania.

'Avengers'

Dire che me lo aspettavo, sarebbe un'assoluta bugia. Chi sano di mente potrebbe iniziare a parlare di un progetto di tale importanza di fronte ad uno sconosciuto.

"Non dovrebbe essere qualcosa di importante?" Chiedo senza nemmeno allungare la mano per prendere il fascicolo. "Se il suo capo tiene molto a questo progetto, significa che è qualcosa di enorme. Per portarlo a me, sicuramente avrà qualcosa a che fare con persone 'speciali'… Veramente dovrei andare avanti e leggere questo coso?"

"Sarebbe per il meglio. Potremmo dover chiedere aiuto per uno dei candidati in questa lista."

Sospiro fortemente…. Sigh… sarà fastidioso già lo sento.

---xXx---

Passeggio per Central Park pensando un po' del più e del meno.

Devo essere sincero. Ci sono rimasto molto male per la storia con Claire. Non volevo che finisse così. C'è pure un imbarazzante silenzio ogni volta che ci incrociamo al lavoro. Per fortuna cerchiamo di mantenere un atteggiamento civile. Anche se lei ancora non riesce a guardarmi in faccia.

Mentre sono immerso nei pensieri, devo fermarmi perché stavo per colpire accidentalmente un bambino di circa otto anni che correva proprio davanti a me. Tuttavia lui scivola lo stesso e cade.

Vedo come si sta trattenendo le lacrime per il dolore del ginocchio sbucciato. Provo tenerezza per lui, perciò mi inginocchio all'altezza dei suoi occhi e premo un punto segreto di pressione localizzato sul labbro superiore. Se attivato questo tsubo induce gli stessi effetti di un tranquillante e si chiama Teishin.

Il bambino si calma rapidamente.

"Ehi piccolino, non aver paura." Dico con il sorriso più rassicurante e caldo che riesco a fare. "Come ti chiami? Vuoi una mano a cercare i tuoi genitori?"

"P-Peter… mi chiamo Peter Parker. E io i genitori non li ho… c'è solo mia zia che si occupa di me."

Sorrido amaramente al caso. Veramente… non c'è proprio via di scampo.

"PETER!!"

Ovviamente sento gridare da dietro. Mi giro e vedo la sexy zia e infermiera May. Che è anche un'amica della mia ormai ex ragazza. Tutto perfetto.

"Ah… sei qui per fortuna. Mi hai fatto spaventare… AH SALVE DOTTOR LAW!"

Dopo essersi calmata dallo spavento per Peter, all'improvviso si accorge di me e mi saluta. È davvero una tipa divertente.

"Buona sera signora Parker. Questo sarebbe il fantastico e intelligentissimo nipote di cui tanto si vanta a lavoro."

"Sì. Lui è il mio piccolo ometto." Risponde con un sorriso in cui si vede tutto l'orgoglio che prova nei confronti del futuro Spiderman.

"Zia… conosci questo strano tizio? Lo sai che è un mago? Ero triste per essermi fatto male, tuttavia mi ha solo toccato il labbro e poi BOOM, niente più dolore! È stato fichissimo!"

"Ahahah rallenta ragnetto curioso. Non credo che nessuno qui riesca a stare dietro a tutte le tue domande."

Sentendo di cosa vuole parlare cerco di far cambiare velocemente argomento. E ci riesco. O meglio, a May non può fregare niente di quello che ha detto Peter. Come qualsiasi donna che si rispetti, il suo senso più primordiale si è scatenato. Perciò avendomi visto fuori dal lavoro non può non cogliere l'opportunità e chiede con una naturalezza che trovo disarmante.

"Quindi dottore… Lei e Claire… vuole parlarne un po'? Sa bene che quando vuole qui ci sono sempre io con cui puoi parlare."

La sua voglia di parlare di sentimenti e nel frattempo spettegolare si è attivata al massimo.

Oh mio Dio… ora come me la tolgo dalle scatole?

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